Toscana Val d'Orcia Radicofani bambini (2)

Radicofani con i bambini, la terrazza sulla Val d’Orcia

Sorellina dell’Amiata, la rupe di Radicofani in Val d’Orcia è ciò che resta di un antico vulcano, imploso durante una violentissima eruzione.  Scoprirla con i bambini sarà un piccolo viaggio nel tempo.

Sono ancora visibili i suoi resti, massi di trachite e basalto, usati dai Longobardi per costruire la Rocca. Appollaiato su una rupe a 896 metri di altitudine e documentato sin dal 978, il mastio domina con la sua torre merlata il piccolo paese e lo splendido paesaggio circostante.

Radicofani, castello.
Radicofani, castello.

Importante stazione lungo la via Francigena, fu baluardo del bandito Ghino di Tacco, reso famoso grazie a Dante e Boccaccio, che ne narrarono le rocambolesche imprese.

Durante la visita alla terrazza più alta della Val d’Orcia, raccontatele anche voi ai vostri bambini.

La storia di Radicofani

Da castello del Papa a base della Repubblica di Siena, il castello diventa famoso anche grazie alle rocambolesche imprese di Ghino di Tacco. Ghino faceva parte della nobile famiglia ghibellina dei Cacciaconti, signori della Fratta, comune di Sinalunga. Assieme al padre e allo zio si lanciava in intrepide scorribande, che oltre al mantenimento della famiglia, erano manifestazione di resistenza politica contro la parte guelfa. E in generale contro lo Stato Pontificio.
Padre e zio vengono catturati e condannati a morte dal Comune di Siena. Ghino, grazie alla giovane età, viene risparmiato, fugge e si impossessa della fortezza di Radicofani, considerata fino ad allora impenetrabile.

Continua la remunerativa attività di famiglia lungo la strada più trafficata dell’Europa Medioevale. La pratica del brigantaggio era però, per così dire, selettiva: non rapinava poveri e studenti (anche perché, diciamocelo, avrebbe estorto loro ben poco) ma solo mercanti, viaggiatori e pellegrini facoltosi. Chiedeva il riscatto per la loro liberazione, ed una volta ricevuto il pagamento offriva loro un lauto pranzo prima della liberazione.

Ghino di Tacco, immagine contenuta in un’edizione francese del Decameron risalente al XV secolo. Licenza Creative Commons dalla pagina https://bit.ly/3fCg068

Per questo Ghino di Tacco fu considerato un ladro gentiluomo: Dante lo colloca in Purgatorio, Boccaccio lo definisce “il brigante buono”).
Terribile fu però la sua vendetta per la morte del padre e dello zio. Ghino arrivò a Roma con un piccolo esercito di quattrocento uomini e rapì il giudice che anni prima aveva firmato la condanna del padre. Con un solo colpo decapita il magistrato, la cui testa viene infilzata su una picca e issata sulla torre più alta di Radicofani.

La Rocca fu distrutta nel 1735. Restaurata nel primo ventennio del 1900 è stata riaperta al pubblico da circa vent’anni.

La visita al Castello di Radicofoni

Parcheggiata l’auto sul piazzale adiacente alla fortezza, pagate il biglietto (4 euro) e avviatevi verso l’ingresso, situato tra i bastioni di Sant’Andrea e Santa Maria.

Radicofani, vista dall'ultimo piano della torre.
Radicofani, vista dall’ultimo piano della torre.

I bambini ameranno correre nella scoperta, l’ampia distesa verde tra l’ingresso ed il cassero. Oppure giocare a nascondino nei sotterranei (tutti illuminati e privi di pericoli). O infine, esausti, salire i tre piani della torre, per arrivare in cima, a mille metri sul livello del mare, col fiatone. E anche per loro, abbracciare con lo sguardo tutta la Val d’Orcia, sarà un breve ma intenso attimo di contemplazione.

Leggi anche l’articolo “Val d’Orcia con i bambini: cartoline inedite dalla Toscana


Teresa Scarselli
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