Sul Carso Triestino, tra natura e cultura, tante sono le passeggiate facili da organizzare con i bambini e ragazzi.
Antiche mulattiere che percorrevano i pescatori dai loro villaggi al mare. O sentieri sospesi sul ciglione carsico, che ancora raccontano storie di guerra recenti. Ma anche viali ben curati di parchi storici, dove scrupolosi giardinieri si prendono cura da secoli di piante lussureggianti.
Allora, che fate, passeggiate con noi?
Sommario
Scopriamo il Carso
Il Carso è un altopiano roccioso calcareo che si estende dalla provincia di Gorizia fino all’Istria. Il suo aspetto è caratterizzato da doline (cavità superficiali), grotte, scannellature, inghiottitoi, conformazioni bizzarre modellate dagli agenti atmosferici, soprattutto acque meteoriche.
Questo fenomeno è dovuto alla forte permeabilità e solubilità del calcare all’acido carbonico, disciolto nelle piogge, che erodono e modellano la roccia carbonatica (ancora di più con le basse temperature).
Tra queste bianchissime rocce attecchiscono molte specie di arbusti e alberi. Un quadro screziato soprattutto in autunno, stagione in cui il Carso si colora a festa, regalando agli amanti del foliage un colpo d’occhio sulle nuance più calde della tavolozza.
Grazie soprattutto allo scotano (o sommaco), un arbusto che nei primi freddi si tinge, dal giallo vibrante di ottobre al rosso intenso di fine novembre.
Le sue foglie, ricche di tannino e trementina, nella tradizione venivano impiegate per concia delle pelli e la tintura delle stoffe.
Passeggiata sul Sentiero Rilke
Il sentiero è intitolato a Rainer Maria Rilke, che soggiornò presso castello di Duino, ospite della Principessa Maria von Thurn und Taxis-Hohenlohe. La tradizione racconta che il poeta boemo abbia avuto qui l’ispirazione per le sue Elegie Duinesi.
L’ambiente naturale
Il Sentiero Rilke si snoda per circa due chilometri attraverso la Riserva naturale delle Falesie di Duino, dal Castello a Sistiana, in un paesaggio unico caratterizzato da aguzzi pinnacoli e bianchi faraglioni calcarei a strapiombo sul mare.
L’aspetto particolare della Riserva è la compresenza di due ambienti, caratterizzati da clima diverso.
In particolare, la fascia della Riserva sull’altopiano è più continentale, perché esposta alla bora. La fascia delle Falesie è invece più mite, in quanto è esposta a sud verso il mare e protetta dal vento.
L’effetto è che sulle Falesie più calde troviamo flora di tipo mediterraneo, come l’alloro, la ginestra, il terebinto, il leccio, mentre nell’altopiano una pineta artificiale di pino nero.
Il sentiero Rilke è stato aperto proprio lungo il crinale delle Falesie, naturale confine tra un ambiente e l’altro.
Passeggiando su questa panoramica promenade potrete così osservare entrambi i tipi di vegetazione, oltre che l’onnipresente scotano.
Nella Riserva nidificano ben oltre 150 specie di uccelli, la maggior parte migratorie, come il falco pellegrino, lo sparviero, la cinciallegra. Sono presenti anche roditori come lo scoiattolo e vari tipi di rettili.
La storia
Godetevi gli scenari mozzafiato dai panoramici terrazzi, ex osservatori militari che controllavano i movimenti navali nel Golfo di Trieste durante la Prima Guerra Mondiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale la baia di Sistiana divenne base strategica per i sommerigibili tedeschi monoposto Molch: le postazioni austro ungariche furono adattate per alloggiarvi un cannone antiaereo in difesa dei sommergibili. A circa metà percorso potrete anche visitare un vero e proprio bunker, con vista!
Passeggiata sul Sentiero della Salvia (o Sentiero Tiziana Weiss)
Tra boschi, pietraie silenziose e cespugli profumati di salvia, con emozionanti vedute sul golfo dall’Istria fino a Grado, si dipana il Sentiero della Salvia. Partendo da Aurisina (sotto il parcheggio della scuola media) in circa un’oretta raggiungerete Santa Croce, costeggiando in posizione sopraelevata la ferrovia.
Il percorso è intitolato a una giovane alpinista triestina (Tiziana Weiss) che perse la vita nel 1978, durante la discesa delle Pale di San Martino.
Si snoda in quota, sul ciglione carsico, con viste sul mare spettacolari.
Arrivati a Santa Croce, potrete tornare indietro, dopo aver visitato il piccolissimo borgo, e magari imboccare il Sentiero dei Pescatori.
Passeggiata sul Sentiero dei pescatori
Proprio all’inizio del sentiero Tiziana Weiss incontrerete un bivio che riporta l’indicazione Sentiero dei Pescatori. Il tracciato è a gradini, ripido e tortuoso, tra piccoli appezzamenti liberati nei secoli dalle pietre del Carso: modellando i pendii in terrazzamenti (pàstini), sorretti da muretti a secco, i contadini locali sono riusciti a coltivare viti, ulivi e piccoli orti di famiglia.
Questo tragitto, che conduce fino al mare, era usato già in epoca romana per trasportare il bianco calcare dalle cave di Aurisina al molo. Qui veniva imbarcato e inviato in tutto il Mediterraneo.
In seguito, fu poi sfruttato dai pescatori per scendere alla spiaggia Canovella degli Zoppoli. Fra agosto e ottobre, infatti, in queste zone fino al 1954, aveva luogo la tradizionale pesca al tonno grazie a piccole piroghe, ricavate da un unico tronco scavato ( čupa in sloveno, tradotto dai veneziani in zoppolo) e con le tunere, imbarcazioni più grandi.
Come avveniva la pesca al tonno
Appostate su tre falesie a circa 150 metri di altitudine e distanti 600 metri l’una dall’altra, le vedette erano deputate al presidio per tutto il periodo di pesca. Controllavano il Golfo di Trieste, e appena avvistati i banchi di tonni in transito (sembra che fossero identificabili dal bagliore delle squame) sventolavano un panno.
A questo segnale, i pescatori accorrevano verso la spiaggia, dove erano ormeggiate alla fonda le imbarcazioni, con reti speciali già allestite.
Con le tunere raggiungevano e circondavano il banco, incalzandolo verso la spiaggia, fino a farlo spiaggiare.
Intanto dal villaggio di Santa Croce e dalle campagne, lungo il Sentiero della Salvia scendevano tutti di gran lena. La mattanza era un rito collettivo, al quale partecipavano adulti e bambini, uomini e donne, perché una voce importante per la sussistenza locale.
Passeggiata nel Giardino del Castello di Miramare
Il Castello di Miramare fu residenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico, e della principessa Carlotta del Belgio. Vi dimorò anche la principessa Sissi per brevi periodi.
A picco sul mare, sul promontorio di Grignano, il Castello è circondato da un parco rigoglioso, con pregiate essenze arboree e piante secolari. (Il parco è aperto tutti i giorni, gratuitamente).
Raccontate ai bambini come per realizzarlo fu importata dalla Carinzia un’enorme quantità di terra e arrivò una selezionata squadra di giardinieri. Questi raccolsero specie arboree e arbustive da tutto il mondo.
Nell’area orientale potrete riconoscere le ambientazioni tipiche del romantico giardino all’inglese, con il bosco alternato a spazi erbosi, vialetti, gazebi e specchi d’acqua.
Nell’area sud occidentale un geometrico giardino all’italiana è stato recentemente impreziosito con sessantamila bulbi.
Passeggiare in questo giardino storico sarà un’immersione piacevole nel verde, tra profumo di mare e di fiori, a due passi da Trieste.
Fate una tappa anche al BioMa, il Biodiversitario Marino, con ricostruzioni della scogliera sommersa, diorami di praterie marine con i loro abitanti, video immersivi e rappresentazioni 3D! Il Museo immersivo dell’Area Marina Protetta di Miramare organizza laboratori didattici e propone esperienze interattive. (Ingresso gratuito con la FVG card).
Passeggiata lungo la Strada Napoleonica
La Strada Napoleonica (o Vicentina) è un facile percorso di cinque chilometri, che collega Opicina con Prosecco.
Parcheggiate al Piazzale dell’Obelisco di Opicina, oppure, ancora più divertente con i bambini, arrivate con il caratteristico tram (linea 2: Piazza Oberdan – Obelisco di Opicina).
Immersi nella natura, potrete scegliere tra un’ampia strada di ghiaia o sentieri nella boscaglia, godendo di scorci spettacolari sulla città e sul golfo di Trieste.
Verso il termine, il percorso si insinua nella roccia, le cui pareti verticali sono meta prediletta dei free-climbers.
Programmate qui una sosta, perché i bambini resteranno col naso all’insù per un bel po’!
Dall’obelisco di Opicina, salendo nella boscaglia potrete raggiungere il Santuario di Monte Grisa, chiamato scherzosamente dai triestini il “formaggino” per la sua struttura triangolare. Classico esempio di architettura brutalista in cemento armato, che personalmente non amo, il tempio gode comunque di una posizione privilegiata con vista su tutto il golfo di Trieste.
Passeggiata a Monrupino
La Rocca (o Tabor) di Monrupino è una delle destinazioni più suggestive del Carso: sorge infatti su un’altura, con skyline a 360 gradi sull’altopiano carsico e sul mare Adriatico. Potrete raggiungerla anche a piedi con una bella passeggiata, dal Sentiero dei Poeti, imboccando poi il Sentiero dei Pellegrini, che parte dall’abitato di Col.
Monrupino era in origine un castelliere preistorico, ossia una struttura difensiva costruita a metà del secondo millennio a.C., difesa da due cinte di muraglioni concentriche, costruite a secco, a diversi livelli di altitudine.
Fu poi castrum romano, teatro di scontri tra Romani e popolazioni istriane e infine rifugio per la gente del posto durante le scorrerie ottomane.
Resti della cinta muraria sono ancora visibili prendendo il sentiero nel bosco, a sinistra, dalla strada principale che dalla frazione Col porta alla chiesa di Monrupino.
Alla base della Rocca si trovano due ghiacciaie (jazere), le meglio conservate del Carso e facilmente raggiungibili. Il ghiaccio, immagazzinato nelle jazere durante l’inverno, veniva poi venduto nel periodo più caldo. Trasportato fino a Trieste su carri trainati da buoi, era imbarcato e trasportato addirittura fino ad Alessandria d’Egitto.
Lo smercio del ghiaccio era un’attività trainante dell’economia del Carso, fino alla fine degli anni Trenta.
Nel 1512 fu edificata la chiesa dedicata alla Beata Vergine Assunta, divenuta poi un santuario mariano, ancora oggi meta di pellegrinaggio.
Torrioni di Monrupino
A due passi da località Zolla stupitevi presso i Torrioni di Monrupino, i giganti del Carso: si tratta di singolari formazioni rocciose, alte più di dieci metri, costituite da blocchi calcarei. Il processo geologico che ha dato origine a queste rocce particolari è chiamato dissoluzione carsica: le acque meteoriche scorrendo lungo le superfici lapidee, penetrano nelle fratture, allargandole, e dissolvono la massa rocciosa in maniera non uniforme, a seconda delle diverse caratteristiche chimiche. In pratica, la differente composizione chimica ne ha determinato la degradazione differenziale.
Passeggiata nel Giardino botanico Carsiana
Il Giardino botanico Carsiana, situato in una dolina nel Comune di Sgonico, conserva la flora spontanea del Carso, nel suo contesto naturale. È impegnato nella disseminazione e promozione della cultura botanica e geologica, in particolare tra bambini e ragazzi. Tutti i laboratori sono gratuiti, grazie al contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Nel giardino sono rappresentati tutti gli ambienti del Carso, dalla boscaglia ai ghiaioni, dalla landa carsica alle rupi costiere, per una passeggiata alla scoperta delle specie vegetali più significative del Carso triestino, isontino e sloveno.
In fase di progettazione del vostro tour in Friuli Venezia Giulia, consultate anche il sito ufficiale del turismo FVG. Troverete ulteriori ispirazioni all’insegna del turismo culturale ed esperenziale! Ecco una mappa del Carso Triestino.
Leggi anche la guida di Trieste con bambini e ragazzi.
Patrizia dice:
Nel mio breve soggiorno a Trieste di qualche mese fa, in un giorno e mezzo, ho visto poco, infatti delle cose da te descritte ho visitato solo il parco del castello. Ho comunque intenzione di tornare visto che mi sono innamorata di quelle zone, e a questo punto, prenderò sicuramente spunto da te!
Teresa dice:
Grazie, a breve altre guide sul FVG!
ANTONELLA dice:
anche se sono passati molti anni, ricordo la bellezza del Castello di Miramare. Mi sono però innamorata di tantissimi altri percorsi in particolare il sentiero dei pescatori con la bella storia della pesca come rito collettivo di sopravvivenza. Una zona davvero ricca di bellezze paesaggistiche quella del Carso
Teresa dice:
Sono d’accordo con te, il Carso ha davvero tante risorse!
Teresa dice:
Ma che foto stupende! Del resto, la zona intorno a Trieste è veramente molto bella, io la conosco abbastanza bene, anche se nel tuo articolo ho trovato degli spunti molto interessanti, spero di poter approfondire di persona al più presto possibile!
Teresa dice:
Grazie!
Paola dice:
Che paesaggi pazzeschi! Non sono mai stata in questa parte dell’Italia, ma ne sto sentendo parlare parecchio e direi che dovrei darle un’opportunità!
Arianna dice:
Una zona che conosco veramente poco ma che mi ispira molto. Mi sembrano luoghi perfetti per i bambini d’altronde bisogna abituarli ad apprezzare tutte le bellezze della natura intorno a noi
Teresa dice:
Perfetti per i bambini… ma anche per gli adulti!
Valentina dice:
La zona del Carso ha caratteristiche uniche, e mi piacerebbe proprio esplorarla per bene! Molto interessanti queste passeggiate, i panorami e i luoghi sono molto suggestivi! Prendo nota per quando sarò in queste zone!
Eliana dice:
Se tutto andrà come previsto dovrei raggiungere Trieste per le prossime vacanze di Pasqua! Me lo auguro perché sono 3 anni che rimando questo viaggio tra pandemia e altri motivi… Quando sarò lì cercherò di seguire gli itinerari che hai segnalato in questo articolo, mi ispirano molto i sentieri!
Teresa dice:
Beh, una naturalista e fotografa come te, trova pane per i suoi denti!
Diego dice:
Grazie per questo bel articolo con tanti bei consigli. Anche le foto suggestive invitano ad esplorare la zona in tutte le stagioni. Prima tappa per la prossima estate, lo skyline 360 gradi di Monrupino:)
Sara dice:
Wow ma che paesaggi meravigliosi!!! Mi hai davvero incuriosita!!! Non sono mai stata in questa zona ma terrò a mente questa destinazione per la mia prossima gita fuori porta!!!
Teresa dice:
Il Friuli Venezia Giulia è una destinazione variegata! Dalla natura alla cultura, dalla città d’arte al mare, c’è solo l’imbarazzo della scelta!
Federica Assirelli - My Travel Planner dice:
Chissà perché ho sempre associato la pesca del tonno al sud d’Italia!
Bellissimi tutti questi itinerari. Sono abituata ad associare il foliage ai boschi e mi hanno meravigliato queste immagini dei colori autunnali abbinati al mare. Bellissimo poi il contrasto delle foglie colorata con la roccia grigia!
Teresa dice:
Sì Federica, il Carso è davvero unico!
Elisa dice:
Non conosco il Friuli ma so che ci sono luoghi naturali bellissime, città degne di nota e si mangia bene ! Da quando abbiamo visto una puntata di 4 ristoranti negli agriturismi friulani io e mio marito ci diciamo che dobbiamo assolutamente farci un salto
Federica dice:
E’ sempre un piacere leggere della propria regione e tu lo hai fatto al meglio. Grazie per avermi accompagnato, da fuori, in questo bellissimo viaggio.
Teresa dice:
Grazie a te!
Tamara dice:
Mi sono trasferita a Trieste da poco più di 3 anni ed ancora non sono riuscita a fare nemmeno un decimo delle tante cose che si possono fare soprattutto nel Carso triestino! Ogni tanto però ci concediamo bellissime passeggiate proprio sulla Napoleonica oppure sulla ciclopedonale che praticamente arriva al confine di Stato e si prosegue dritto sino in Slovenia.. adoro!
Claudia dice:
Ci siamo stati lo scorso anno, il castello di miramare secondo me è uno dei più belli in assoluto: un’architettura stupenda a picco sul mare!
Teresa dice:
Sono d’accordo con te!