Sommario
Destinazioni culturali: trucchi e strategie per coinvolgere i bambini
Quasi ogni viaggio include una certa dose di delusioni, frustrazioni e sfide. Quando la destinazione proposta è una città, un museo, o un’altra barbosissima (per i bambini) meta culturale, può essere arduo trascinarseli dietro.
Coraggio, facciamo scorta di resilienza! L’imprinting e l’esposizione prolungata all’arte daranno i loro frutti!
Borghi, città e musei sono una miniera di suggestioni: consapevoli di questo, siamo sempre alla ricerca di trucchi e strategie per rendere la visita coinvolgente ed appagante.
Ecco la mia riserva speciale!
1- Preparatevi prima
Non sarà un’interrogazione… peggio! Pretendere di visitare un museo, un parco archeologico, una città d’arte, senza sapere niente su quanto state per vedere, rischierà di essere un’esperienza alquanto frustrante, per voi e vostro figlio. Il web, tra travel blog e pagine ufficiali, permette di reperire gratuitamente tante informazioni. Queste andranno calibrate sui bambini, ai quali ovviamente non interessa conoscere date o particolari stilistici, ma sono ghiotti di storie bizzarre, aneddoti, personaggi audaci. Come risulta dal report (citato a fine articolo) del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, i bambini hanno bisogno di una struttura narrativa coerente, che catturi la loro attenzione e li aiuti a fissare nel tempo il ricordo della visita.
2- Acquistate la guida della città, o almeno la mappa
Ancora meglio però, per preparare i bambini alla visita di una città d’arte, acquistate la guida scritta proprio per loro. Accade spesso che questi libri siano così belli e completi da risultare istruttivi e piacevoli anche per noi genitori. Io ad esempio, forse per deformazione professionale, raramente resisto alla tentazione di acquistarli!
La guida sarà molto utile prima e durante il viaggio. I piccoli turisti provano una certa soddisfazione nel ritrovare nella realtà ciò che hanno visto sul libro e magari vi stupiranno facendovi da ciceroni.
Se la guida non esiste, accontentatevi della mappa, quasi sempre reperibile gratuitamente nelle IAT, gli uffici comunali di informazione e accoglienza turistica. Potrete scoprire nei vostri figli abilità nascoste di orienteering!
Altri suggerimenti per gli acquisti… in loco. Cartoline! Così vintage, eppure così intriganti per i nostri nativi digitali. Da spedire a stessi, o all’amico del cuore.
3- App didattiche divertenti
Realtà museali, siti archeologici, città d’arte stanno sperimentando nuove strategie di valorizzazione del patrimonio culturale. La gamification e lo storytelling applicati all’arte e all’archeologia arricchiscono l’offerta e il piccolo turista culturale viene coinvolto sempre più attivamente, diventando esso stesso protagonista di un’esperienza multisensoriale. Dalle guide digitali ai videogiochi educativi, dalle postazioni interattive ai virtual tour, l’ITC non solo supporta la fruizione e l’accessibilità ai Beni culturali, ma fa bene ai musei stessi. Lo abbiamo visto durante il lockdown per la pandemia da Coronavirus: l’emergenza sanitaria ha obbligato il sistema culturale ad uscire dai consueti binari, per adattarsi a nuovi linguaggi (compresi quelli dei social). Tutti quanti ricordiamo l’hashtag #museichiusimuseiaperti, e l’immenso fervore di quei giorni per un nuovo culture delivery.
Visite e tour, collezioni e laboratori, letture animate, sono entrate nelle nostre case per viaggiare e scoprire… stando comodamente seduti sul nostro divano. Al di là dell’emergenza sanitaria, già da qualche anno i musei lavorano alla digitalizzazione delle collezioni, mettendole così a disposizione di tutti noi.
Ebbene, tutto questo meraviglioso materiale è a portata di clic.
4- Affittate un amico o prendetelo in prestito
Qualsiasi esperienza per i bambini acquisisce valore se condivisa.
Lo riporta anche la ricerca fiorentina sopra citata, che, attraverso lo studio condotto su classi della scuola primaria, ha rilevato l’importanza attribuita alla condivisione sociale dell’esperienza turistica, con i genitori ma anche con i coetanei. Nei racconti dei bambini intervistati, siano essi autobiografici o di fantasia, infatti, si ritrovano spesso accompagnatori e compagni di viaggio con cui si spartiscono storie e avventure.
Questo punto è particolarmente valido in caso di figli unici (o con fratelli molto distanti d’età). Avrete forse già sperimentato come tutto diventi più semplice con un amichetto nella banda, ancora meglio due. E se uno degli amici è interessato a quanto proponi, ancora meglio! Trascinerà nell’abisso virtuoso anche il vostro refrattario erede.
5- Tour e laboratori su misura
Affidatevi ai professionisti. Molti sono i musei e le associazioni che offrono visite guidate per famiglie, laboratori e altri servizi family-friendly. Hanno capito quanto sia importante attivare proposte dedicate ai nostri piccoli, anche perché sono una bella fetta di mercato!
Alcune mostre d’arte e musei sono già di per sé luoghi interattivi, stimolanti e divertenti. Qui è possibile sperimentare su postazioni digitali, installazioni, percorsi espositivi concepiti appositamente per le famiglie.
6- Geocaching
Il Geocaching è una divertente caccia al tesoro tecnologica, praticata all’aperto. I giocatori devono trovare dei recipienti precedentemente nascosti, chiamati geocache, utilizzando il GPS (anche dal vostro smartphone).
Il Geocaching aggrega tecnologia e vita reale: può essere una modalità coinvolgente per esplorare nuove destinazioni o divertirsi anche vicino a casa. Nella sua forma più semplice, un geocache racchiude un logbook (un piccolo diario) da firmare. A volte i box contengono piccoli oggetti da scambiare, ma è la caccia e il ritrovamento di un geocache il divertimento più grande. Talvolta le cache vengono posizionate in zone turistiche e culturali minori, e permettono di scoprire posti insoliti. Attenzione, crea dipendenza!
7- Mezzi di trasporto insoliti
Utilizzare mezzi di trasporto insoliti può essere un buon metodo per rendere la visita alla città più avventurosa. Balzare a bordo di un vaporetto, un traghetto, una funivia, ma anche un tram o una metropolitana può essere il vero pezzo forte del vostro itinerario e dare una prospettiva diversa sulla città.
8- Fotoreporter cercasi
Siete sempre con lo smartphone o camera in mano, a caccia dello scorcio più bello? Provate a munire anche vostro figlio di una macchina fotografica e assumetelo come fotoreporter. Essere pagato per gli scatti più interessanti potrà essere un incentivo non da poco. A casa poi, selezionate le immagini più rappresentative e create tutti assieme il diario di viaggio.
Sarà un’oggetto che crescendo sfoglierà sempre con piacere.
9- Stabilite un accordo
Viaggiare con i bambini significa adeguarsi alle loro necessità? Sì, ma anche loro alle nostre! Provate a redigere un vero e proprio contratto: Tuo figlio vuole andare al parco avventura? Ottimo, in cambio di una visita al museo o un trekking urbano. Naturalmente, in sede di riscossione del vostro obolo, optate per ritmi blandi e flessibili. La soglia di attenzione dei bambini è minima (e spesso anche quella di noi genitori). Con il buonsenso, forse, saremo tutti un po’ più sereni.
10- Fate veramente divertire
Rendiamo il bambino protagonista attivo di un percorso conoscitivo unico e irripetibile. E sarà divertente. Difficile? Dipende dal bambino, dalle sue naturali inclinazioni. Dal genitore, con la sua capacità di appassionare al racconto. Dipende dalla realtà culturale, abile o meno nell’accordare la conoscenza scientifica alla comunicazione e alla divulgazione.
Infine, dipende da quella magica alchimia tra esperienze, memoria condivisa, compromessi e strategie.
È difficile, sì, ma noi siamo già pronti per il prossimo divertiviaggio!
Fonti per gli approfondimenti
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia, Università degli Studi di Firenze “La psiche infantile e il turismo urbano: report di analisi su aspettativi e immaginari del turista infantile“
Teresa Scarselli
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patty_unanimainviaggio dice:
Ottimi consigli! Anch’io ho viaggiato con una bambina ed ho adottato più o meno gli accorgimenti che suggerisci. La cosa importante è mettersi nei loro panni e cercare di capire cosa può piacere loro, studiare cosa può coinvolgerli, affinchè il viaggio sia un’esperienza piacevole e interessante anche per loro.
Ho avviato il mio blog quando mia figlia era alle soglie dell’ adolescenza, dove mi sono dovuta “ingegnare” affinchè continuasse ad avere interesse e ho anch’io condiviso quello che ho imparato viaggiando con figli adolescenti (molte cose sono le stesse, eh :))
Redazione dice:
Duro lavoro, quello dei genitori, si studia di tutto per trasmettere i nostri valori ai figli!
Silvia dice:
Spunti interessanti! Il nostro corsaro rosso è sempre stato entusiasta di visitare siti archeologici e persino musei e mostre d’arte complesse. Anche quando aveva 4/5 anni.
Il tasto dolente invece è che è figlio unico e in vacanza (che nella nostra famiglia non è mai stanziale) ha iniziato a sentire da un paio d’anni la mancanza di un coetaneo compagno d’avventura. E abbiamo fatto proprio come al punto 4: ci siamo portati con noi cuginetti o amici ed è stato bellissimo.
Anche il punto 6 per noi è un Hit e stiamo quasi pensando di passare al Geocaching PRO ?
Redazione dice:
Fa piacere constatare quanti genitori siano così sensibili al turismo culturale! Addirittura geocaching pro? Noi siamo ancora dei principianti;)
Stremamma dice:
Abbiamo sempre viaggiato con i nostri bambini e leggendoti mi sono resa conto di aver adottato strategie molto simili a quelle consigliate. Per i miei figli tra i viaggi più belli resteranno quelli condivisi con una famiglia di amici con figli coetanei.
Redazione dice:
Sono d’accordo con te, a patto che sia una famiglia molto affiatata e collaudata! Altrimenti anche piccole divergenze possono rovinare la vacanza, specialmente se si condivide la casa. Per fortuna, ho sempre avuto esperienze positive!
rossella kohler dice:
Ma che bello questo post! Lo condividerò quanto prima nella mia pagina Fb di Fantastic Nonna. Davvero ottimi consigli, grazie!
Redazione dice:
Grazie mille! Ciao, Rossella!
Silvia The Food Traveler dice:
La maggior parte dei miei amici non viaggia praticamente più con i bambini, con la scusa che tanto “a loro non interessa” perché sono troppo piccoli. Una di queste coppie ha un figlio di 11 e una di 8, per cui credo che a questo punto non riprenderanno più a viaggiare! Sicuramente non è facile, ma voi dimostrate che è possibile, divertente e istruttivo.
Teresa dice:
Si viaggia diversamente, quando sono molto piccoli è faticoso, sì, ma è proprio iniziando presto che dai l’imprinting!