Abbiamo visitato la Biennale di Architettura 2023, a Venezia, partecipando ad una visita guidata per famiglie con bambini e ragazzi.
Diciamoci la verità: per i non addetti ai lavori passeggiare tra le installazioni contemporanee può essere sì fonte di grandi suggestioni, ma spesso è difficile comprendere in autonomia il significato di un’opera, o il suo messaggio.
Con la guida, preparatissima e attenta all’uso di terminologie comprensibili anche dai più piccoli, abbiamo scarpinato attraverso tutto l’Arsenale, soffermandoci sulle opere più significative.
Sommario
The Laboratory of the Future: temi della Biennale 2023
La 18.a Biennale di Architettura di Venezia “The Laboratory of the Future” (dal 20 maggio al 26 novembre 2023), è curata da Lesley Lokko, la prima donna afroamericana insignita di tale ruolo. Non stupisce il fatto che l’Africa sia cardine di tutta la mostra, come continente ricco di risorse, di bellezza, ma anche di conflitti e di emergenze.
La speranza della curatrice è che il pubblico, ma anche gli espositori, possano sfruttare questa edizione come laboratorio di pratiche e idee, per prefigurare un futuro migliore per il nostro pianeta.
Il tema della Biennale di Venezia 2023 è il Cambiamento, inteso prima di tutto come cambiamento climatico, con uno sguardo sulla decolonizzazione e sulla decarbonizzazione.
Nel Padiglione Centrale ai Giardini, sono riuniti sedici studi che rappresentano un distillato di Force Majeure (Forza Maggiore) della produzione architettonica africana e diasporica.
Nel complesso dell’Arsenale, la sezione Dangerous Liaisons (Relazioni Pericolose) è affiancata a quella dei Progetti Speciali della Curatrice.
I nostri Padiglioni preferiti all’Arsenale
Il padiglione del Bahrain: il futuro nell’acqua
ll Bahrain, una nazione che abbiamo scoperto comprendere più di trenta isole nel Golfo Persico, presenta On Climate Conditioning and Ecology, uno dei progetti più innovativi all’interno del percorso dell’Arsenale.
Sappiamo bene come l’aria condizionata abbia rivoluzionato il mondo, ma se da un lato, garantisce comfort e benessere anche nei paesi desertici, dall’altro richiede un’enorme quantità di energia. On Climate Conditioning and Ecology ha studiato come sfruttare l’acqua di condensa prodotta dalla climatizzazione, per essere poi canalizzata e riutilizzata per irrigare le coltivazioni. Un progetto che ci è piaciuto molto, esteticamente e funzionalmente.
Il padiglione del Cile: il futuro nella sfera
La sfida per il futuro non è più solo quella del progresso, ma della protezione e del ripristino ecologico. L’obiettivo di Moving Ecologies è catalogare i semi che prepareranno i mondi futuri. A partire dal lavoro di catalogazione delle specie endemiche del Cile conservate nella banca dei semi di Vicuña, 250 sfere fluttuanti, al centro della sala, sono riempite di semenze magiche, capaci di attuare vere e proprie azioni rigenerative.
Sono semi speciali, in grado di colonizzare suoli degradati, incendiati e contaminati, e una volta cresciuti migliorano l’aria nelle città.
Un’installazione carica di magia, ma anche un monito per il futuro.
Il Padiglione Arabia Saudita: il futuro nell’argilla
Imponenti strutture di metallo rivestite internamente con pannelli di legno ed esternamente con mattonelle in ceramica, riprese dalla tradizione, ma stampate in 3D, sembrano portali fantastici verso altri luoghi.
All’interno della sala, una colonna in argilla stampata in 3D, illuminata da luci interne che proiettano motivi luminosi, racconta una storia di rigenerazione. Al termine della Biennale Architettura infatti, quest’opera dalla speciale texture che copia quella del corallo, verrà affondata nel fondale del Mar Rosso, favorendo l’attecchimento di forme di vita marine.
Il Padiglione dell’Olanda denuncia: quale futuro?
Ci ha fatto riflettere l’installazione olandese, intitolata Killing Architects – Investigating Xinjiang’s Network of Detention Camps. Si tratta di un’opera basata sulla proiezione di immagini e una grande mappa in bianco e nero, che documentano – sostengono gli autori – i campi di detenzione cinesi nella regione dello Xinjiang. Qui sarebbero rinchiusi molti mussulmani, che nell’idea cinese devono essere “rieducati”.
Il collettivo olandese spiega che non potendo recarsi direttamente nei luoghi dello Xinjiang (nessuno è ammesso ad entrare) per ricostruire questi campi ha utilizzato i metodi del giornalismo investigativo, come immagini satellitari, modelli in 3D e analisi dei regolamenti edilizi carcerari cinesi.
L’installazione ha fatto naturalmente infuriare la Cina, che nega l’esistenza di questi luoghi, tanto che l’ambasciatore cinese avrebbe disertato il suo impegno all’inaugurazione della Biennale.
Il Padiglione Italia, il futuro è interconnessione
Il Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini in Arsenale, presenta la mostra dal titolo SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri.
Il team di Fosbury Architecture lanciare una sfida: la mostra racconta nove esperienze di architettura sul territorio italiano, ma si pone soprattutto come laboratorio d’idee, in quanto tutti i progetti esposti sono e saranno portati avanti sul territorio.
I curatori hanno scelto nove gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative. Sono stati selezionati nove siti, in Italia, che raccontassero situazioni di fragilità ma anche di potenzialità.
Il lavoro di ciascun gruppo risponde infatti a una serie di temi urgenti per il contesto italiano: la convivenza con il disastro (Taranto), la riconciliazione con l’ambiente (Baia di Ieranto), la coesistenza multiculturale (Trieste), il recupero delle opere pubbliche incompiute (Ripa Teatina), l’inclusione sociale (Marghera, Venezia), la transizione alimentare (Montiferru), la rigenerazione delle periferie (Librino, popolosa periferia di Catania), il superamento del divario digitale (Belmonte Calabro), la tutela del paesaggio (Piana di Firenze, Prato e Pistoia).
Quelli che ci sono piaciuti di più?
La Casa Tappeto, ideata dallo Studio Ossidiana per la rigenerazione delle periferie di Librino a Catania, dove i bambini non hanno luoghi di incontro specifici. Si tratta di un’area giochi per bambini protetta da una scenografica tenda in tessuto molto resistente. Distesa, La Casa Tappeto è una perfetta tovaglia per picnic collettivi; piegata su sé stessa, una tenda per giocare o un cinema all’aperto; appesa ad un palazzo o dispiegata su un pendio, una grande bandiera. La Casa Tappeto è un po’ casa e un po’ campo di gioco: protegge dalla pioggia e dal sole, ci si può disegnare sopra o dormire dentro.
Interessante anche il progetto Concrete Jungle, dove Parasite 2.0 insieme ad Elia Fornari hanno supportato un progetto di rigenerazione urbana, nato vent’anni fa a Marghera, in provincia di Venezia.
Qui la facciata esterna della Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore di Marghera è stata trasformata dall’Associazione Sgrafamasegni in una vera e propria parete di arrampicata.
Concrete Jungle si è inserita in questo contesto, creando una nuova parete di bouldering specifica per bambini, che a Biennale terminata, verrà montata sulla chiesa.
Un progetto che ci piacerebbe seguire, visto che è nelle nostre zone.
La Biennale d’Architettura 2023 è adatta ai bambini?
A fine visita, abbiamo chiesto a nostro figlio quali fossero le sue prime impressioni su questa porzione di mostra (Arsenale), e la recensione non è stata lusinghiera.
A parte alcune suggestioni, nel complesso la Biennale è poco accessibile, dal punto di vista dei contenuti, ad un pubblico di bambini e di adulti che non siano del settore.
Gli spunti per riflettere sono molti, ma senza la guida, non saremmo stati in grado di coglierli.
Mi stupisco che ad oggi non sia stata ancora progettata una modalità di visita più easy, di edutainment, in grado di soddisfare le esigenze dei diversi pubblici.
Affinché la nostra critica sia costruttiva, mi preme sottolineare che per una miglior fruizione e una maggior soddisfazione del visitatore medio, si potrebbe partire da spiegazioni più semplici, meno artificiose e arzigogolate. Da didascalie più piacevoli, invece di muri di testo. Da un’offerta informativa e culturale multilivello.
Il nostro consiglio quindi, se volete che la visita alla Biennale d’Architettura 2023 con i bambini abbia un senso, e possa essere un viaggio di scoperta e una finestra sul mondo, è di farvi accompagnare da una guida, che agevolerà il percorso di conoscenza di tutta la famiglia. Il rischio altrimenti è di vedere i piccoli che, come schegge impazzite, si muovono tra le installazioni senza capirne il senso (e questo può essere valido anche per alcuni adulti).
Nella speranza, che nelle prossime edizioni ci sia uno sguardo aperto verso il futuro in tutti i sensi.
Informazioni utili per visitare la Biennale d’Architettura con bambini
Le visite guidate family friendly sono disponibili il sabato all’Arsenale e la domenica ai Giardini, in italiano e in inglese.
La prenotazione è obbligatoria, al costo di 8 euro a persona, da aggiungere al costo del biglietto.
I bambini sotto i 12 anni che partecipano all’attività, non pagano il biglietto d’ingresso.
Arsenale (sabato), Giardini (domenica), orario partenza: 15.00
Per gruppi numerosi (convenienti dalle 10 persone in su) sono disponibili anche visite guidate private.
Costo € 90 per una sede espositiva (biglietto d’ingresso non incluso) e € 150 per entrambe le sedi (biglietto d’ingresso non incluso). Sconto sul biglietto: € 18
Bellissima questa location della Biennale, l’Arsenale, il luogo in cui per secoli sono state progettate e realizzate navi militari e commerciali.
Scoprine storie e curiosità con l’articolo Visita all’Arsenale di Venezia
Marina Fiorenti dice:
Ho fatto la guida museale con le scuole, anche per bambini molto piccoli e credo sia molto difficile nella stessa spiegazione interessare grandi e piccoli: forse un suggerimento sarebbe quello di organizzare visite per i soli bambini.
Teresa dice:
Per i piccolissimi probabilmente è consigliabile, ma già dai dieci credo che una visita guidata per tutta la famiglia possa comunque andare bene!
Eliana dice:
Non sono mai stata alla Biennale di architettura benché susciti in me una discreta curiosità: ciò che mi spaventa è il non essere “degli addetti ai lavori” e di aver poco da comprendere senza una guida. Peccato che l’esposizione abbia quasi esclusivamente un taglio super settoriale.
Teresa dice:
Questa è l’idea che mi sono fatta. Ma ci sono anche molti non addetti ai lavori che comunque la visitano, e senza guida, per farsi un’idea, per cogliere suggestioni e ispirazione!
Libera dice:
Sono andata subito a sbirciare il padiglione dell’Arabia Saudita, Paese che già mi aveva stupito l’anno scorso all’Expo di Dubai ed effettivamente non mi ha delusa. Concordo con te, certi tour con la guida hanno tutt’un altro sapore.
Antonella Maiocchi dice:
Credo anche per gli adulti non sia facile capire il senso di certe installazioni della Biennale, ne hanno parlato anche i giornali. Con la guida diventa tutto più chiaro e le tue descrizioni mi sono piaciute moltissimo soprattutto quella di riutilizzare l’acqua di condensa dei condizionatori.
Teresa dice:
Anche a me è piaciuta quella installazione… con un fine ben definito!
Silvia The Food Traveler dice:
Non ho mai visitato la biennale di architettura proprio perché temo che la mia reazione sarebbe la stessa di tuo figlio. Avendo una conoscenza e un’esperienza molto limitate, rischierei di capire poco o nulla, soprattutto senza una guida. Al di là di questo, mi ha incuriosito molto quello che hai raccontato del padiglione dell’Olanda: un tema sul quale sarebbe interessante approfondire.
Teresa dice:
Infatti, un tema sconcertante quello raccontato nel padiglione olandese.
Veronica dice:
Sicuramente la guida aiuta anche i più grandi soprattutto quando i temi sono così importanti come il cambiamento climatico o il futuro o i campi di “rieducazione” cinese. La biennale di architettura di quest’anno merita davvero una visita.
Donata Canu dice:
Grazie Teresa per questa chiara e dettagliata descrizione delle opere selezionate. Come sempre invita al viaggio.
Teresa dice:
Grazie Doni!